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Francesco Radino (Bagno a Ripoli, Firenze, 1947) è uno dei maestri della fotografia italiana contemporanea. Attivo da cinquant'anni in molti ambiti, dall'indagine sociale alla rappresentazione del paesaggio antropizzato, impegnato nell'elaborazione di un immaginario che parte dal reale ma costruisce variegate stratificazioni visive, è una figura dalla creatività libera che si colloca fuori dagli schemi. Partecipe degli sviluppi della fotografia di ricerca sul paesaggio contemporaneo, negli anni ha sviluppato un modo intimo di concepire l'immagine. Il suo lavoro va dunque oltre il genere del paesaggio, aprendosi a ogni aspetto del mondo, dalla natura, sua grande passione, ai territori urbanizzati, dalla figura umana agli oggetti e alle architetture, in continui rimandi formali che affermano continuamente che il mondo è uno solo e la sua complessità non può essere guardata per settori separati. "Il mondo delle forme si libera - scrive - e va al di là del senso immediato", a legare immagini tra loro diverse c'è "un filo sottile ma forte che parla il linguaggio della vicinanza" ed esse sono "indicatori della realtà, ma ci permettono anche di intravvedere la possibilità di una via d'uscita da essa". Forte di una cultura visiva profonda (il nonno fotografo, il padre e la madre entrambi pittori), frequentatore delle culture orientali, Radino immagina, attraverso la fotografia, un mondo di figure varie, tutte meritevoli di essere guardate e pensate, in una continua oscillazione dalla natura alla cultura.