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Coperti alla fine del XVI secolo e riapparsi sotto uno strato d'intonaco in seguito al terremoto del 1916, gli affreschi della chiesa riminese nota come Sant'Agostino, ma dedicata a San Giovanni Evangelista, rappresentano una delle testimonianze più alte e precoci della cosiddetta scuola riminese del Trecento. A partire da tali testimonianze, che coniugano l'influenza di Giotto, attivo in città negli ultimi anni del XIII secolo, con l'ascendente di una più antica cultura adriatico-orientale di matrice bizantina, Rimini sì configurò ben presto come un importante centro di produzione artistica, in grado di irradiare la sua influenza in un contesto geografico che, oltrepassando i confini locali, dalla Romagna si estese alle Marche e al Veneto. Il volume, frutto di una meticolosa campagna fotografica che documenta nella loro interezza gli affreschi e di una duplice rilettura critica sotto il profilo sia storico-stilistico sia teologico-simbolico, costituisce un invito a conoscere e a contemplare, oggi, tutta la mirabile bellezza di quello che appare come un vero e proprio "Trecento riscoperto".