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Alberto Sughi (Cesena, 1928 - Bologna, 2012) è uno degli indiscussi protagonisti della pittura italiana nella seconda metà del Novecento, apprezzato per la sua impietosa indagine sulla condizione umana, segnata da solitudine e disincanto - interni di bar e cinema, salotti dove si celebrano certi riti sociali, stanze in cui si srotola la vita familiare o ci si rifugia per i rapporti d'amore -, per il fascino perenne dei suoi volti femminili e per l'immersione nel rigoglio delle forme e dei colori della natura, che rivela i "momenti di essere" delle persone. Alla sua opera dipinta sono state dedicate mostre di rilievo, con cataloghi e monografie che registrano gli interventi di importanti critici, scrittori e storici dell'arte. Ancora poco nota, tuttavia, è la sua attività nel campo della grafica, che questo catalogo ragionato per la prima volta raccoglie, ordina e presenta nella sua rilevante consistenza - 391 tra incisioni, litografie e serigrafie - e nella sua continuità (1946-2011), attraverso riproduzioni e schede di ciascuna opera, testi critici e apparati bio-bibliografici. Si tratta di un corpus che rivela, nell'ininterrotta tensione all'esercizio delle tecniche grafiche e all'esplorazione delle infinite possibilità del segno, il perenne scavo in un motivo, destinato ad arricchire, nel reciproco transito di affinamenti e scoperte, opera dipinta e opera grafica.