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Il volume mette 'in scena' gli abiti della Collezione Roberto Devalle, alcuni firmati da note maisons torinesi, come Sacerdote, De Gasperi e Rosa, altri di sartorie meno conosciute, ma tutti in grado di traghettarci in una realtà e in una ritualità lontane. Il fil rouge che lega indissolubilmente l'abito all'occasione mondana o privata all'interno di una élite è costituito da regole comportamentali di derivazione aristocratica, in seguito esplicitate tramite la fortuna presso la nascente borghesia di manuali di buone maniere, la cui diffusione cominciò a concretizzarsi intorno agli anni trenta dell'Ottocento.