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Il volume, la cui pubblicazione si inserisce nel filone della "grafica storica", indaga il fenomeno della trasmissione di conoscenza dei luoghi per mezzo delle carte geografiche e topografiche, e più genericamente delle vedute di città, che prende avvio grazie all'invenzione della stampa, dalla xilografia prima all'incisione su lastre in rame in seguito, perfezionandosi poi con la tecnica all'acquaforte e all'acquatinta. Con il Rinascimento nascono i primi Atlanti di città, e i sovrani cominciano ad appassionarsi a questo soggetto, acquistando e collezionando cartine geografiche e "libri di città". Se inizialmente la produzione riguarda le piante dei luoghi meta di viaggi come Roma, Milano, Parigi e Vienna, l'interesse nei secoli successivi si sposta verso la Svizzera, la Germania, l'Olanda, la Spagna e Inghilterra. Si passa dalle piante iconografiche a proiezione zenitale di città ideali a immagini prospettiche di città reali, con il perfezionamento e l'enorme fortuna che ebbero in seguito le rappresentazioni "a volo d'uccello", fino alle successive vedute romantiche e al disegno ottocentesco di città.