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Un tempo l'abito faceva il monaco, il metalmeccanico, l'avvocato... Un tempo l'abito era la rappresentazione immediata del ruolo che occupavamo nel mondo e dell'immagine che il ruolo trasmetteva. Nel racconto biblico, tuniche di pelle per ricoprirsi vennero date da Dio all'uomo, come protezione ma anche per segnare la sua condizione. L'attuale centralità dell'individuo ha profondamente mutato il senso di ciò che indossiamo: la funzione sociale svanisce e l'abito assume soprattutto il valore dell'espressione individuale, diventando travestimento e forma dei nostri pensieri. Se prima era l'immagine che il mondo ci attribuiva, oggi è l'immagine di ciò che noi vogliamo essere nel mondo. Questa riflessione socio-antropologica proposta nel volume è accompagnata dalle riproduzione di quaranta abiti da lavoro ideati, con creatività e ironia, da famosi progettisti di tutto il mondo. Stilisti: Afran, Rodrigo Almeida, Alberto Aspesi, Gentucca Bini, Denise Bonapace, Andrea Branzi, Nacho Carbonell, Klaudio Cetina, Cano, CoopHimelb(l)au, Dea Curic, Nathalie Du Pasquier, Elio Fiorucci, Matteo Guarnaccia, Nuala Goodman, Daniele Innamorato, Mella Jaarsma, Toshiyuiki Kita, Guda Koster, Colomba Leddi, Antonio Marras, Franco Mazzucchelli, Alessandro Mendini, Angela Missoni, Issey Miyake, Amba Molly, Frédérique Morrel, Margherita Palli, Lucia Pescador, Bertjan Pot, Clara Rota, Andrea Salvetti, Nanni Strada, Tarshito, Faye Toogood, Otto von Busch, Vivienne Westwood, Allan Wexler, Erwin Wurm...