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La figura e l'opera di Rocco Genovese (Trapani 1925 - Lavinio 1981) meritano un'attenta rivisitazione, se non addirittura una riscoperta. Architetto, amico di Ettore Colla e di Alberto Burri nella Roma degli anni cinquanta, scopre la sua vocazione plastica verso la fine di quel decennio e la sviluppa pienamente tra la metà degli anni sessanta e i settanta. A partire da un modulo di sapore architettonico, elabora una scultura astratta fatta di elementi bidimensionali sovrapposti, sino a raggiungere una corposa tridimensionalità, utilizzando tra l'altro materiali plastici come il polimetacrilato, per ritornare poi al multistrato ligneo, che conferisce ai suoi "personaggi" (negli anni settanta le sue sculture si riferiscono a personaggi mitologici, pur rimanendo sostanzialmente aniconiche) l'idea della scultura classica, mediata dalla novità della materia. Un saggio storico-critico di Marco Meneguzzo e una serie completa di apparati, restituiscono con questo volume Rocco Genovese alla storia dell'arte italiana recente.