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Tra Cinque e Seicento il frequente scambio di doni diplomatici tra le corti italiane e i sovrani della più potente monarchia d'Europa, la Spagna asburgica, disegna una fitta rete di interessi politici, economici e religiosi. Inviati allo scopo di creare o consolidare le alleanze politiche, i doni, oltre a sottolineare lealtà e reciproco rispetto, miravano a perseguire precise strategie di rappresentanza e di potere. Le opere d'arte ben si adattavano a tale scopo, nella loro doppia veste di oggetti di valore materiale ed estetico, e di media carichi di significati semantici utili alla veicolazione di precisi messaggi politici. I tredici studi inclusi nel volume offrono un ampio panorama dello scambio di doni diplomatici tra la penisola italiana e la Spagna ai tempi di Filippo II, Filippo III e Filippo IV. Questi contributi si focalizzano sullo studio dei numerosi oggetti inviati, nonché sull'analisi delle prassi culturali e dei processi sociali correlati, come le modalità di scelta e consegna dei doni, il ruolo degli intermediari e le possibili divergenze tra le aspettative del mittente e la reale accoglienza da parte del destinatario.