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Gianfranco Anastasio (Messina, 1956) presenta il suo percorso artistico più recente, all'incirca dal 2010, con qualche significativa incursione nella produzione precedente. Le "trappole" (da cui il titolo del volume), i "bastardi", le "preghiere", le "porte" sono solo alcuni dei cicli di opere ampiamente illustrati nel volume. Insieme a questi, un saggio di Marco Meneguzzo identifica la coerenza interna di un lavoro analitico e neomoderno sulla pittura, che scaturisce dall'intenzione ideale di concentrare nei precisi cromatismi astratti e nelle campiture geometriche non tanto la categoria della razionalità, quanto quella più vasta del proprio vissuto.