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Filippo de Pisis (1896-1956) è stato un protagonista indiscusso dell'arte europea del Novecento, un autore colto e sensibile e dal gusto estremamente raffinato, capace di reinventare i generi - natura morta, paesaggio, ritratto di figura - in una scrittura pittorica assolutamente nuova, sospesa fra la cultura figurativa francese e la metafisica italiana. Il volume si propone di illustrare l'itinerario figurativo del grande artista che inizia a prendere gradualmente forma personale nei primi anni venti del Novecento. Il paesaggio emiliano-romagnolo - amato non soltanto come luogo di villeggiatura estiva, ma anche come terra di riferimenti letterari, da Leopardi a Pascoli, poeti centrali nella sua formazione di scrittore e di pittore - le marine adriatiche, le visioni cittadine, le nature morte e le figure sono i temi privilegiati presentati in questo catalogo. Un'appendice del volume è dedicata all'artista Giovanni Sesto Menghi, che dalla maniera di Filippo de Pisis è stato particolarmente attratto, innestando così anche in provincia il linguaggio sofisticato della sua "stenografia pittorica". Il volume accoglie i testi di Claudio Spadoni, Daniela Grossi e Francesca Melania Marini, ed è completato da apparati biobibliografici.