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"Si pensa ai pionieri che nel XIX secolo solcavano in un grande volo sulla terra l'intero continente americano, da est verso ovest. Si pensa a tutta quella massa di gente in movimento che si spostava per inseguire un sogno. Si pensa al momento in cui lasciarono la costa dell'Atlantico, da Baltimora o magari da Richmond, disponendosi a un viaggio talmente lungo da essere senza tempo. E molti tra loro non sarebbero neppure arrivati. Ma poi, arrivare dove? Si attraversavano le pianure arse d'estate o sparse di tutto il bianco della neve l'inverno; si incontravano piccoli torrenti da guadare o fiumi enormi da superare; si facevano dinnanzi colline e poco più alti rilievi. Fino a che, sulla Oregon Trail o altrove, si poneva di fronte a quei pellegrini e viandanti la grande catena delle Rocciose. Straordinari pittori, come per esempio Albert Bierstadt e soprattutto Thomas Moran, le avrebbero dipinte negli ultimi decenni del secolo come cattedrali di roccia abbarbicate sul vuoto, prese dai bagliori rossi del tramonto. Se si pensa all'America, si pensa a una vastità di spazi, alla dimensione dell'immenso e dell'infinito che per tutti noi è nata dalla lettura dei libri e dalla visione dei film. L'America di Walt Whitman e di John Ford. L'eroicità dello spazio americano è una nozione dell'anima." (Marco Goldin)