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Nessuno crederà, nel mondo disincantato e scettico della storia dell'arte, che quando, nel rifugio perugino di Monte Malbe, Brajo Fuso dipingeva le sue Straticromie a metà degli anni quaranta, o produceva i primi Cromoggetti nella seconda metà degli anni cinquanta, era completamente all'oscuro dell'esistenza del dripping praticato dall'altra parte del mondo da Jackson Pollock già dal 1946. Eppure era proprio così. Sicuramente nulla di quanto avveniva in Usa era noto a Brajo Fuso. Bricoleur e homo ludens, Brajo si pone di fronte alle cose e alle forme con lo spirito di Arcimboldo. La pittura, la tecnica, l'imitazione del vero e l'invenzione di forme nuove sono niente rispetto alla sorpresa che possono riservare le contaminazioni, gli aggiustamenti, i divertissements compositivi affidati alla volontà e al caso dalla manipolazione dei mezzi e degli oggetti a disposizione dell'operatore.