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Un processo celebratosi a Roma nella tarda estate del 1603 vede radunati quasi tutti i pittori attivi nella città. L'imputato è Caravaggio, chiamato in causa dal rivale Giovanni Baglione per aver composto versi ingiuriosi ai suoi danni. Gli interrogatori dei testi rappresentano una preziosa occasione per ascoltare il punto di vista degli artisti sulla pittura a Roma in quegli anni. Dalla voce di Caravaggio apprendiamo così quali sono gli amici, i nemici, chi sapeva dipingere e chi no. Tra gli imputati un giovane disegnatore, Ottavio Leoni detto il Padovanino, a distanza di qualche anno, ritrarrà tutti i presenti, così come i mecenati che, con il loro fiuto, seppero offrire occasioni ai pittori radunati in quell'aula. A "rimettere in lieve contatto" quei ritratti è già "sbozzato il romanzo storico della Roma mirabile che crebbe dai tempi del Caravaggio all'apparire del Bernini", come ebbe a dire Roberto Longhi, tra i primi ad accorgersi del talento di Caravaggio e del Padovanino. La mostra raccoglie dunque i protagonisti di quella stagione, ne ripropone i volti attraverso i disegni di Ottavio Leoni e i dipinti in cui gli artisti hanno rappresentato se stessi. Emergono dai secoli le fisionomie dei compagni di avventura del grande pittore lombardo, a narrare quella che fu la storia di una delle più grandi stagioni dell'arte di tutti i tempi.