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Una rassegna di figure vinte dal sentimento - uscita dai pennelli di celebri artisti quali Francesco Hayez, Piccio, Tranquillo Cremona, Gaetano Previati celebra la potenza inarrestabile dell'amore nell'arte figurativa. Nel primo Settecento la concezione del sentimento amoroso trova una particolare espressione: favole mitologiche e drammi pastorali, di cui sono protagoniste, nelle tele di Giaquinto, de Matteis, d'Aste, le coppie di Rinaldo e Armida, Erminia e Tancredi, Aurora e Cefalo, Enea e Didone, divengono soggetto dei dipinti e testimoniano la visione che questo secolo ha dell'amore come mistero irrazionale e insondabile, vissuto nell'autoinganno o conquistato a forza di magie e artifici propiziatori. Con il romanticismo si ha invece il passaggio, grazie ai contatti con l'arte del melodramma, a una concezione dell'amore come passione e sono le eroine Isotta, Francesca da Rimini e Giulietta a divenire le predilette vittime di una società insensibile alla loro amorosa fragilità, non ammessa dall'ordine sociale. Quello stesso ordine morale che impedisce a Piccarda Donati, Lucrezia Borgia e alla Gertrude di Manzoni di vivere l'amore, negato con la reclusione o la condanna a matrimoni di convenienza, e che costringe alla morte Pia de' Tolomei, Desdemona, Anna Bolena, ingiustamente accusate di adulterio e vittime dei loro stessi amanti.