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Gli anni del boom economico e della felliniana "dolce vita" corrispondono ai tempi delle trasformazioni che dall'Europa all'America segnano in modo decisivo le linee dell'arte. Dalla fine degli anni cinquanta, con l'esaurirsi delle poetiche informali, irrompe sulla scena una nuova generazione, che sensibile a miti del consumismo di massa, attinge allo sterminato campionario d'immagini della pubblicità e dell'iconografia urbana. Ma alla diffusione della Pop Art, nata in Inghilterra, impostasi negli Usa come specchio della società americana, e interpretata in Italia con una sostanziale diversità d'accenti, si accompagnano anche ricerche di segno opposto, come quelle dell'Arte programmata e dell'Optical e, ancora, di una "Nuova figurazione" che insiste sull'immagine dell'uomo e la sua drammatica condizione nella società. Il catalogo, che fa dunque luce sulla vicenda figurativa del periodo attraverso i testi di Luca Cesari e Claudio Spadoni, è completato da una cronologia e apparati critici.