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Un palazzo tardo-rinascimentale, costruito con somma maestria, fondato su misure-simbolo e intessuto di episodi figurativi, racconta i cinque secoli di storia muraria e di eventi che lo hanno visto imprescindibile tassello e - nel particolare momento della presenza di Napoleone Bonaparte - protagonista nella vita urbana, politica e artistica di Reggio Emilia. Patrimonio di comunità da sempre attive nei labores e in differenti campi della cultura, residenza signorile di nuovi affrancati borghesi fervidi di aspirazioni e di ideali, la dimora avanza la propria discreta e composita immagine sul corso della Ghiara, trattiene nei cortili le tracce di una continua metamorfosi, moltiplica gli spazi aperti con le illusorie prospettive, propone raffinati decori che ne appuntano i vani in un riscontro costante con la città della quale è, volta a volta, specchio, scena, coraggiosa avanguardia. Studiare gli archetipi fondanti di un linguaggio cólto, armonico e sapiente, ricercare stilemi e opere di autori, maestri, artisti attivi tra le sue mura, è una intrigante esperienza per qualunque apporto conoscitivo e propositivo che ne esalti l'identità originaria. Come per le grandi architetture pubbliche civili e religiose, dove è regola costruire "secondo misura" anche qui è il numero feconda intesa tra arte e scienza, luogo privilegiato di dialogo con gli antichi costruttori, matrice prima della bellezza matematica - a dichiarare inequivocabilmente il significato escatologico della dimora.