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Barbieri non agisce né da sociologo né da urbanista, si sottrae alla pratica documentaria, trasformando quello che è oggettivamente un punto critico del tessuto urbano in un'ulteriore figura geometrica, inducendo nello spettatore non un giudizio, ma la curiosità di comprendere ciò che è avvenuto in quei luoghi. Una curiosità che trova il suo punto estremo nell'ultima fotografia, dove l'enorme forma sferica nera, dietro e di fianco alla quale spuntano le ciminiere, appare come una visione fantascientifica, un oggetto atterrato di fianco alla stazione ferroviaria in un tempo sconosciuto, apparizione pienamente surreale. Ed è interessante notare come si tratti della fotografia ripresa dal punto di vista più vicino a quello ad altezza d'uomo, come se al termine del proprio viaggio sopra la città, Barbieri avesse sentito la necessità di ritornare sulla terra, e avesse trovato la risposta a quella sua antica domanda, e quei luoghi metafisici esistessero davvero.