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La ripresa delle relazioni culturali tra l'Italia dell'immediato dopoguerra e il mondo vede due luoghi privilegiati di riferimento: Parigi - destinazione tradizionale e consolidata - e gli Stati Uniti, che solo allora si stavano affacciando sulla scena dell'arte, e che costituivano ancora un'incognita e una scommessa. Il volume, attraverso il saggio storico-critico di Marco Meneguzzo, parla di quegli artisti, italiani, o italiani d'origine, che dalla fine della guerra agli anni del boom economico, hanno scelto di attraversare l'Oceano e di far dialogare la rinascente arte italiana con la nuovissima arte americana, avendo intuito che gli equilibri culturali ed economici si stavano spostando verso il Nuovo Continente. Questo rapporto biunivoco, che vede nascere un asse Roma-New York, si è rivelato fecondo sia dal punto di vista strettamente linguistico che di produzione e promozione del proprio lavoro: gli italiani in America, gli italoamericani e gli americani veri e propri in Italia sono uno dei primi esempi di quanto il mondo dell'arte sia diventato internazionale sin dagli anni Cinquanta.