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Questo volume è il catalogo della prima mostra dedicata esclusivamente alla scultura futurista, a sessantacinque anni dalla morte di Filippo Tommaso Marinetti, fondatore, animatore e teorico del movimento. L'idea è quella di trattare la scultura in spirito futurista: come se fosse un unicum declinato in 90 opere da 26 sensibilità differenti. Quindi: la ricerca plastica non interpretata dalla critica, ma guidata solamente dal progetto comune dei Manifesti, che furono, appunto, i soli punti di riferimento degli artisti futuristi. Un'interpretazione in spirito antiaccademico e marinettiano, molto vicino al Manifesto contro i professori uscito già nel 1910, con due supporti tecnici su tutti: quello sulla scultura futurista di Boccioni del 1912 e quello dell'aeropittura del 1929 con Mino Rosso, unico scultore firmatario e assoluto protagonista. Mino Rosso grazie al quale la scultura futurista si rianima, a tredici anni dalla scomparsa di Boccioni, ricompattando il futurismo, seppur con declinazioni differenti, dal 1909 al 1944.