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Le chiese di San Bartolomeo de Castelàz e San Martino di Serravalle, poste sulla via di accesso alla contea di Bormio, hanno avuto un importante ruolo in momenti storici definiti. Gli studi archeologici, storici e artistici condotti su questi edifici, ambedue riccamente affrescati e di grande pregio, permettono di ricostruire attraverso un'attenta analisi interdisciplinare il succedersi degli avvenimenti che in epoche diverse hanno avvicinato queste valli alla storia europea. Così gli affreschi di San Martino e i materiali archeologici provenienti dallo scavo divengono illuminanti per comprendere l'importanza della maglia viaria che univa la pianura ai paesi transalpini, principalmente le valli retiche, contribuendo con il transito di popolani e aristocratici, mercanti e pellegrini a creare una cultura artistica comune. A seguito della frana che, nel 1987, distrusse San Martino, indagini archeologiche stratigrafiche effettuate nelle vicinanze della chiesa di San Bartolomeo hanno messo in luce un insediamento, distrutto da un incendio, del quale si conserva almeno un edificio in cui erano presenti, oltre a oggetti d'uso, resti di derrate alimentari di grande interesse per ricostruire l'alimentazione e lo stile di vita delle genti del luogo. L'analisi dello scavo all'interno e accanto alla chiesa di San Bartolomeo chiarisce come questo edificio fu costruito dopo la prima distruzione delle mura di Serravalle, a cavallo tra XIII e XIV secolo.