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Emilio Sobrero (Torino, 1890 - Roma, 1964) è uno dei protagonisti dell'arte figurativa italiana dagli anni venti al secondo dopoguerra. Partecipa a quasi tutte le principali manifestazioni espositive nazionali e internazionali: alle Biennali veneziane (dal 1928 al 1948), alle Quadriennali romane (dal 1931 al 1948) e alle mostre del gruppo "Novecento", organizzate da Margherita Sarfatti nel 1926 e nel 1929 a Milano e all'estero. La sua ricerca, sin dal primo dopoguerra, si caratterizza per una chiara apertura europea, soprattutto rispetto all'area francese (di particolare rilevanza l'interesse per il lavoro di Cézanne), che lo porta a soggiornare a lungo a Parigi. Sebbene la critica tra le due guerre - da Soldati a Ojetti, dalla Sarfatti a Carrà, da Maraini a Oppo - lo abbia considerato uno tra i migliori e più importanti rappresentanti della pittura moderna italiana, oggi Sobrero è un artista quasi dimenticato, che va dunque riscoperto e fortemente rivalutato. Il volume, quindi, si prefigge di documentare e valorizzare la sua opera e il suo percorso artistico, che viene qui presentato in relazione a quello di altri pittori che operarono negli anni della sua attività, dalla formazione alla maturità, e che hanno intrattenuto con lui intensi rapporti professionali e di amicizia: Felice Casorati, Basilio Cascella, Carlo Carrà, Giorgio de Chirico, il "Gruppo dei Sei" di Torino (Jessie Boswell, Gigi Chessa, Nicola Galante, Carlo Levi, Francesco Menzio, Enrico Paulucci), Nella Marchesini e Luigi Spazzapan.