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"La vita in figure mi viene". Così, ripetendo il verso di Lucio Piccolo, potrebbe dire Cordella von den Steinen, che con la materia più antica, la terra, ha saputo dare un'immagine della vita contemporanea e, più ancora, della vita che non ha tempo. La terra, con la quale secondo tutte le grandi religioni è stato creato l'uomo - la stessa parola "uomo", notava Heidegger, deriva da "humus" -, serve all'artista per creare figure che raccontano le nostre vicende, i nostri desideri, le nostre fatiche e, insieme, si caricano di meraviglia. Quello di Cordella von den Steinen è appunto un realismo trasognato, che osserva la realtà dal punto di vista dello stupore, mettendo in scena nelle sue opere un piccolo teatro, in cui comparse e protagonisti si muovono in un'atmosfera fiabesca e dove l'eco dell'esistenza, con il suo stridio e le sue sofferenze, non è spenta, ma appare addolcita da molti incantesimi.