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La storia del Gruppo N, il cui nucleo originario si forma a Padova nel 1959 ma trova il suo assetto definitivo nel dicembre 1960 a opera di Alberto Siasi, Ennio Chiggio, Toni Costa, Edoardo Landi, Manfredo Massironi, si inserisce in quella più ampia dell'arte cinetica e programmata italiana. Presente nel 1962 alla mostra "Arte programmata", già protagonista di quell'estetica sperimentale che in quegli anni forniva nuovi campi di indagine alla ricerca visiva, la formazione padovana radicalizza il concetto di lavoro di gruppo rifiutando il principio di autorialità. Caratterizzato da una forte componente etica politica e normativa e da una coraggiosa tendenza all'autocritica, tra il 1960 e il 1965 il gruppo è segnato da scissioni, ricomposizioni, rotture. I cinque componenti, partiti da un fare mentale e performativo, a cui segue la produzione di lavori realizzati con materiali poveri, poi di oggetti cinetici, cinetici e programmati e di ambienti interattivi, danno vita a opere che generano una continua instabilità percettiva e forniscono, come scrive Giulio Carlo Argan "impulsi d'immagine, segni atti a determinare un comportamento ordinato e costruttivo dell'immaginazione". La storia del gruppo padovano segue quella generale dei gruppi più importanti di arte cinetica e programmata la cui esperienza si avvia alla conclusione entro il 1966. Il libro ne ripercorre la genesi, lo sviluppo e la crisi, mettendo in risalto l'importanza degli aspetti teorici e ideologici che ne hanno accompagnato le vicende.