Tab Article
Dopo la mostra sui ritratti delle collezioni civiche monzesi tenutasi nella primavera del 2008, la rassegna "Gemme di Monza" prosegue con un nuovo capitolo, dedicato alla pittura di paesaggio. Un "genere" che ha avuto notevole fortuna tra il XVI e il XX secolo e che è stato declinato in una ampia quantità di varianti tipologiche ed espressive, le quali ci permettono da un lato di seguire le trasformazioni nel tempo del linguaggio figurativo e del gusto dei committenti, dall'altro di ripercorrere i mutevoli sentieri del rapporto dialettico intessuto in parallelo tra l'uomo e la natura. Articolata in sette sezioni, la mostra ospita 115 dipinti prodotti tra il XVII e il XX secolo, con largo concorso soprattutto di opere della fine dell'Ottocento e della prima metà del Novecento. Tra di esse, oltre a tele che spaziano su luoghi e orizzonti lontani, molte rimandano all'ambito locale e sono riferibili ai grandi pittori attivi a Monza in quel periodo: da Pompeo Mariani a Emilio Borsa, da Eugenio Bajoni ad Anselmo Bucci e Guido Capretti, passando per Eugenio Spreafico ed Emilio Parma. Di qui la scelta di affiancare alle quattro cronologiche tre sezioni di taglio tematico, articolate come una sorta di percorso ideale che dalla città di Monza si apre gradualmente verso il paesaggio circostante.