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Il catalogo è pubblicato in occasione della prima mostra organizzata presso un museo francese dedicata a Jedd Novatt (New York, 1958). Raffinata e sottile, la scultura di Jedd Novatt, essenzialmente costituita da cubi intersecati tra loro, gioca con lo spazio. Le forme sono suggerite dalla sola definizione dei loro spigoli e creano delle trasparenze che strutturano il vuoto in maniera allusiva. Questi assemblaggi sono costruiti come delle sospensioni, insieme monumentali e fragili, dove appaiono qua e là gli effetti cromatici dei colori stesi sul metallo. Queste opere, che siano destinate all'intimità di un interno o a inserirsi nell'immenso vuoto dell'esterno, giocano con l'ambiente circostante molto liberamente, affrontando così, con pertinenza molto personale, la fondamentale questione del rapporto tra la scultura e il suo ambiente. Il catalogo include una prefazione di Bruno Gaudichon, alcuni estratti critici di Tom Flynn e Valère Bertrand, una biografia e una bibliografia.