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Luigi Reali è un pittore del Seicento lombardo. Scoperto dalla critica solo a partire dal 1960, ha visto negli anni accrescere l'interesse per lui da parte degli studiosi. Reali lavora per confraternite, oratori, piccole chiese parrocchiali di Valsesia, Valdossola, Valsassina, Valcamonica: una quasi ostinata fedeltà a un tipo di committenza che fa di lui una figura importante nella storia della religiosità laica della Lombardia spagnola. Un artigiano modesto ma scrupoloso, che ritraduce in dialetto i solenni poemi dei pittori maggiori. Il suo stile presenta qualche ricordo della pittura fiorentina seicentesca, soprattutto di Francesco Curradi, ma si tratta di spunti non dominanti, mescolati con altri morazzoniani e gaudenziani. La mostra alla Pinacoteca cantonale Giovanni Zùst di Rancate (Ticino, Svizzera) vuole proporre nuove ipotesi. Da un lato, grazie a un importante ritrovamento documentario, si conferma la nascita fiorentina di Reali (nel 1602) e, dall'altro, a seguito del riconoscimento della sua mano in numerosi affreschi dell'appena restaurato chiostro di Santa Maria delle Grazie a Bellinzona (1635-1636), cerca le sue tracce nel Canton Ticino, del quale potrebbero addirittura essere originari i suoi genitori. Il risultato è, oltre al reperimento della sua tela a oggi più antica, la presentazione di nuovi dipinti (certi e attribuiti), messi in dialogo con opere non solo pittoriche di altri artisti, che ne contestualizzano il lavoro in area ticinese.