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La pratica italiana dell'arte del XX secolo, così come dell'architettura, appare fortemente influenzata dalle affermazioni dell'avanguardia futurista, non tanto nel senso formale e letterale, quanto piuttosto in senso attitudinale. Da questo punto di vista, il tema dell'architettura e soprattutto della città - soggetto privilegiato del futurismo - pervade sensibilmente tutta la cultura artistica dell'Italia, che almeno sino a tutti gli anni sessanta vive problematicamente il passaggio da una società rurale a una società proiettata in avanti, cittadina, industriale, "futurista". Basandosi su questo soggetto e su questa ipotesi, il testo e le immagini mettono a confronto artisti dichiaratamente futuristi della prima metà del XX secolo, con artisti operativi negli anni cinquanta-sessanta: i primi rappresentano la città così come la immaginano, i secondi la "sentono" attraverso i materiali, le forme, i frammenti, le sensazioni - e ne restituiscono gli umori, in una società solo apparentemente conciliata col suo nuovo status industriale e metropolitano.