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L'immediatismo significa rifiutare ogni forma di mediazione, ogni tentativo, anche quello che nasce dalle migliori intenzioni, di creare un filtro polarizzatore nell'esperienza. L'immediatismo non è una dottrina definita, non istituisce nuovi canoni estetici o morali; l'immediatismo è una spinta, un incoraggiamento, un "trieb", una pulsione affinché il soggetto, ognuno di noi, si getti nell'esperienza vivente di un'esistenza che sperimenta i propri confini, al di là delle barriere in cui la società, la dimensione economica e quella utilitaria sembrano rinchiuderla. In questo senso, l'immediatismo è un anarchismo ontologico, cioè una radicale assunzione dell'esistenza come sprofondata in un flusso dinamico e non mediato; un flusso, un "élan vital", che non ha alcun principio regolatore ed è, quindi, anarchico. Nessun principio che regoli le nostre vite al di fuori del loro fluire, della loro perenne capacità di metamorfosi, di perpetua trasformazione dell'esistente e di ogni identità.