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Johannes Biala detto Janek, il bambino di Brno bruscamente estromesso dalla favola dell'infanzia per il suicidio della madre, si getta in una tormentosa e incalzata corsa esistenziale alla ricerca di sé, rintracciando le vestigia materne in ogni donna che via via incontrerà (la prozia Babitschka, poi la lasciva cugina Carola, infine la ballerinetta Lintschi) e ricercando tracce del padre a lui ignoto, un gran signore ebreo oppure no, le cui tendenze cialtronesche forse ha ereditato. Sono appunto queste ad avviare il giovinetto, evaso dalle cure parentali, a infognarsi nelle osterie e sulle ribalte di periferia nelle quali si propone come chansonnier, uno scanzonato canzonettista intollerante ai freni. Né il favoleggiato padre potrà salvarlo dall'oppressione maschile (l'impresario, i poliziotti e alla fine i nazisti), anzi in quanto ebreo tedesco, Janek è dapprima perseguitato, per poi venire espulso e avviato verso occidente. Carola che l'ha assoggettato fisicamente, parte con lui, ma passata la frontiera, Janek abbandona tutti: resta a terra solo, deciso a ricominciare da zero, svuotandosi del sé stesso condizionato dai ricordi.