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L'opera contiene, nella prima parte, un ciclo di canti aborigeni: "Il Ciclo dei canti d'amore del Rose River", una magnifica testimonianza di letteratura orale, un canto alla vita, dei primi e veri abitanti dell'Australia prima dell'arrivo dei bianchi. Il canto, immerso in un contesto geografico umano primordiale, è giunto a noi miracolosamente perché l'antropologo Ronald Berndt, che si trovava nel 1946 nella terra di Arnhem, l'ha ascoltato, trascritto e tradotto con eccezionale ispirazione. Nella seconda parte, l'opera contiene un'antologia di poesie di autori contemporanei australiani, che rappresenta un cammino attraverso la cultura dell'Australia dove, vicende di vita e di lavoro, vengono proposte con invenzione di linguaggi di straordinaria bellezza.