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I Black Sabbath, nome "trovato" nella locandina di un film horror di Mario Bava, hanno fatta moltissima strada da quel venerdì 13 febbraio 1970 in cui pubblicarono l'eponimo album. Quella copertina inquietante, gli echi di un temporale, i rintocchi di una campana e poche, lente, inesorabili note di chitarra introducevano proprio il brano "Black Sabbath", porta di ingresso al mondo instabile e spaventoso degli anni 70. Osteggiati dalla critica, adorati dai fan, i 'Sabs' hanno resistito ai cambi di formazione, ai danni delle droghe, ai disastri manageriali, al mutare delle mode e sono oggi più (in)attuali che mai, presenti, oltre che negli stereo degli appassionati, nei loghi delle nuove band, nei giochi di parole, nei meme sui social, in sintesi nell'immaginario globale del terzo millennio.