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"Il silenzio è una forma di rappresentazione e un'idea che attraversa, in forma polisemica, nel corso della sua lunga storia, l'intera cultura dell'Occidente; deriva da un concetto indefinibile e pluridimensionale, che racchiude e esplicita misteriosamente la domanda sul valore del non detto, dell'inudibile, dell'ineffabile, sul silenzio della natura, su quello della scrittura e sulle sue strategie e rappresentazioni. E nell'epoca della contemporaneità, in cui ogni cosa è e può divenire rumore o frastuono, è forse utile interrogarsi sulle diverse accezioni e sulle diverse forme che esso ha acquisito nel tempo e nello spazio, le sue versioni e le sue declinazioni, in particolare nello "spazio letterario". L'idea del silenzio incarna, così, nella sua inafferrabilità, il senso stesso del limite dell'esprimibile e dell'inesprimibile, la tensione segreta e umanissima che unisce idea e rappresentazione. Questo libro, allora (...)".