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'Il giovane Piè Veloce, tracotante e dedito alle gozzoviglie, si trova all'improvviso a dover affrontare i lancinanti dolori causati dalla gotta: nonostante i suoi tentativi di dissimulare la malattia, le insistenze del vecchio pedagogo e di un medico dalle idee chiare lo costringeranno infine a prendere atto della drammatica situazione. Questa la trama dell'Ocypus, operetta umoristica in 173 trimetri giambici di stampo tragico (con occasionali concessioni allo stile della commedia), che riprende e imita manifestamente la ben più elaborata Tragodopodagra di Luciano. Proprio il rapporto col modello ne ha causato, per effetto di trascinamento, l'inclusione nel corpus lucianeo e l'attribuzione - giustamente contestata già dagli studiosi del XVIII secolo - al brillante poligrafo di Samosata. Se per l'Ocypus una paternità lucianea è da escludersi senza riserve, non vi è nemmeno motivo di credere che esso sia stato concepito come uno pseudepigrafo: l'autore sembra essere il retore Acacio, amico e corrispondente di Libanio, che nell'anno 364 mise in scena a (...)'.