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Le scienze della vita, le biotecnologie, le neuroscienze aprono, oggi, inquietanti scenari di crisi e lasciano pensare l'inevitabile e inedito incrocio del biologico e del tecnologico. Discutere il nuovo soggetto, il post-organico, il cyborg, vuol dire attivare una riflessione sull'umano e sul postumano, per rilanciare il bisogno etico-politico di forme di soggettività adatte a contrastare l'uso strumentale della vita. Le strategie di appropriazione dell'antico segnalano l'attenzione ai temi della cura e della padronanza di sé, al governo delle passioni, cosi come sollecitano la radicalità di un'inchiesta che sappia ripensare l'umano e costruire le pratiche, eticamente e politicamente volute, di un nuovo legame sociale.