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"I dolori, che passano lentamente, non hanno per effetto un godimento vivo, perché il trapasso è inavvertito. Io sottoscrivo con piena convinzione questo principio del conte Verri." Così, a proposito del "Discorso sull'indole del piacere e del dolore", si esprimeva Immanuel Kant nell'"Antropologia pragmatica", cogliendo l'essenza del sottile pessimismo che pervade il testo di Pietro Verri, come pure l'altro suo saggio di filosofia morale, il "Discorso sulla felicità". Ma nella ricerca dei principi della "felicità pubblica" l'analisi di Verri va oltre l'esame psicologico di sensazioni e sentimenti per diventare a sua volta una vera antropologia, fondata sulle concezioni edonistiche e utilitaristiche dell'illuminismo.