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Nell'approfondire la biografia e le opere di Sigmund Freud affiora con sempre maggior frequenza la domanda sulla natura della sua identità, l'essenza dell'ebraismo freudiano, il senso della sua genialità. In quale clima familiare e religioso, entro quale contesto culturale e sociale cresce dunque Freud, «il primogenito di una giovane madre, che da quest'aria, da questa terra ricevette le prime indelebili impressioni»? A partire dal materiale originario, i testi e le pagine delle sue Opere, proponiamo una singolare ricostruzione utilizzando preferibilmente la "citazione" non come elemento decorativo, bensì all'interno di una economia libidica dello scritto in quanto lo completa, vi apporta quelle onde di risonanza che fanno vibrare e permettono di penetrare le nascoste strutture del pensiero e della vita. Senza sovrapporre la nostra voce a quella dei protagonisti, ci lasceremo felicemente guidare dalle pieghe più flesse, dando la parola ed offrendo interpretazioni alle figure femminili, agli scritti e alla loro storia, soprattutto in riferimento all'identità di Freud quale tedesco per lingua e cultura, ebreo illuminista e assimilato, ateo, irreligioso. In Appendice presentiamo in italiano un testo inedito di Otto Rank ed una interpretazione non dell'antisemitismo di Jung bensì del suo "demone del potere".