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Il volume offre una riflessione interdisciplinare sulla storicità dello Statuto dei lavoratori, la costruzione normativa più alta del diritto del lavoro novecentesco, attraverso il dialogo tra giuristi del lavoro, storici del diritto e protagonisti della vita sindacale. Dai contributi emerge intanto il profilo storico alla base di una legge che segna l'entrata della Costituzione nei luoghi di lavoro. E più in particolare l'antropologia giuridica del cittadino-lavoratore e il sindacato come contro-potere, secondo due linee destinate ad incontrarsi nello Statuto, attraverso la fondamentale mediazione tecnica di Gino Giugni. Il discorso sulla dignità e la libertà del lavoro viene tematizzato anche con riferimento all'attualità dei nuovi lavori dell'era digitale. Affiora tutta la distanza storica che ci separa dallo Statuto, ma anche la sostanziale tenuta valoriale rispetto alla domanda di dignità del lavoro. Una domanda che attende risposte sulla tutela di un contraente sempre più indebolito dalla precarietà e dunque sulla libertà della persona nel suo complesso.