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I moti del 1820 rappresentano il banco di prova di un global liberalism che unisce l'Europa e le Americhe nella contestazione degli assetti scaturiti dalla Restaurazione. Nel Mezzogiorno borbonico le sollevazioni assumono delle dinamiche particolari: la proiezione internazionale degli insorti convive infatti con la persistenza di identità e conflitti locali, che oppongono Napoli alla Sicilia e che, sull'isola, provocano una vera e propria guerra civile, seguita dalla comparsa di bande armate a sostegno dei diversi schieramenti. La rivoluzione si trasforma così in una chance di modernizzazione drammatica e "accelerata", tanto sotto il profilo del lessico e dell'immaginario collettivo, quanto dal punto di vista delle prassi di mobilitazione e di accesso alla scena pubblica, in cui la violenza e la criminalità assumono un ruolo inedito. Il volume propone una lettura aggiornata di questi eventi, valorizzando le complesse dinamiche che segnano il tramonto dall'ancien regime e l'esordio della Nuova Politica.