Tab Article
Ignorare il comportamento problematico, sopportarlo in silenzio, criticare aspramente, fare la "predica", punire... ecco alcuni degli atteggiamenti più comuni tenuti da insegnanti ed educatori di fronte al minore irrequieto, disturbante. Strategie in molti casi banali, ripetitive, che si dimostrano il più delle volte inefficaci. Non di rado l'educatore giunge a percepirsi impotente e inutile di fronte al ripetersi delle situazioni. Cosa fare allora? In realtà, il disagio del minore è sempre l'espressione di bisogni sotterranei, inespressi che producono spesso atteggiamenti paradossali: per esempio, mentre vorrebbe affetto, mostra aggressività. Occorre dunque far emergere questi bisogni reali, per poter poi attuare strategie educative efficaci atte a ridurne gli effetti di disagio. Il presente lavoro, oltre a definire un riferimento per l'attività del counseling educativo, ancora poco sviluppata in Italia, intende offrire a tutti gli educatori indicazioni e strumenti concreti sia per la comprensione dei bisogni complessi che sottostanno al disagio manifestato dai minori, sia per l'elaborazione di strategie di intervento efficaci.