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Questo libro indaga sociologicamente il rapporto tra l'universo delle arti figurative e quello dell'esperienza giuridica, "mondi" attraverso i quali lo spazio acquista concretamente una sua dimensione formale. Con lo sguardo dell'arte comprendiamo che il diritto non è soltanto un mero strumento con cui, nel bene o nel male, restituiamo un ordine razionale alla nostra difficile convivenza sociale, ma anche un processo per mezzo del quale diamo una "figurazione" al reale. Al contempo, attraverso la riflessione giuridica si scopre che l'arte non è soltanto un modo per riflettere il mondo abitandolo nelle sue forme estetiche, ma anche un'esperienza essenziale mediante la quale costruiamo e "codifichiamo" continuamente lo spazio. Scopriamo dunque che l'arte, in quanto "pensiero visuale", non è solo un processo immaginativo e creativo fine a se stesso, ma è anche, e a suo modo, una proceduralità normativa che, in qualche maniera, riguarda l'organizzazione giuridica e politica della società.