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Per la seconda volta Aldo Petrucci, un romanista che dedica una parte assai notevole del suo lavoro alla predisposizione di strumenti didattici, sceglie questa collana per pubblicare i risultati delle sue fatiche. E il segno prezioso d'un meditato consenso sulle ragioni che hanno portato a progettare e realizzare questo "luogo" editoriale. La storia che s'insegna (o si dovrebbe insegnare) in una Facoltà giuridica non può ridursi a un'inutile collezione d'insignificanti "antiquitates" da mandare pazientemente a memoria, ma deve educare il futuro giurista a ricercare sempre le radici reali dell'esperienza giuridica nella quale dovrà esercitare il proprio "mestiere": non per stipare altra materia inerte nel bagaglio del suo sapere, ma per insegnargli ad esser un interprete avveduto dell'ordine giuridico vigente. Alla fine questo giurista dovrà essere in grado di riconoscere le origini reali (e reali non significa affatto solamente recenti) di quell'ordine. Questo corso è stato pensato e realizzato (com'è scritto a chiarissime lettere nell'Introduzione) non per confrontare frettolosamente tra loro le norme oggi vigenti con quelle antiche (che sarebbe un'operazione assolutamente inutile), ma per capire secondo quali strategie e in quali contesti culturali problemi tra loro simili siano stati affrontati e risolti: che è il modo più arduo ma certamente il migliore per comparare tra loro esperienze giuridiche diverse senza immaginare esemplarità inesistenti. (U.S.)