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La "liberalizzazione" del mercato dell'energia è ancora in una fase critica, sotto vari profili. Lo sviluppo di un mercato europeo integrato ed effettivamente competitivo è ostacolato dalle differenti discipline adottate dagli Stati membri con riguardo, ad esempio, ai poteri delle autorità di regolamentazione, alle regole che disciplinano le reti, ai livelli di indipendenza dei loro gestori. Senza considerare che il processo di privatizzazione è ancora in itinere, ed è tutt'altro che simmetrico nei vari ordinamenti degli Stati membri. A livello del nostro ordinamento sono poi emerse incertezze nella ripartizione delle competenze tra organi di legislazione e autorità di regolamentazione, nonché tra Stato e Regioni. L'assenza di una chiara cornice normativa, e in particolare l'attribuzione alla competenza concorrente della materia produzione, trasporto e distribuzione dell'energia, ha reso necessari una serie di interventi della Corte costituzionale per delimitare l'ambito delle reciproche sfere di competenza; interventi che però, se offrono utili indicazioni, non sono dirimenti, tantopiù che il rinvio al principio di leale collaborazione è, di fatto, un rinvio ad accordi tutti da definire. La legislazione di settore ha inoltre creato difficoltà nella definizione del ruolo e dei poteri spettanti all'autorità per l'energia elettrica e il gas e dei suoi rapporti con il Governo.