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Vi è, nella storia della cultura, un filo fortissimo ma quasi invisibile che lega alcuni pensatori tra di loro - pochi assai, fino al secolo scorso - e l'anima di questo filo è costituita da un'idea: che il pensiero umano sia governato da leggi, così come il mondo della natura, che queste leggi siano le più nascoste alla conoscenza ma le più vere, e che esse possano essere conosciute. Il secolo della scienza, il Seicento, fortificò quest'idea, innestandovi la riproduzione artificiale del frutto di esse: la riproduzione della mente umana. Questo scritto indaga su quest'idea, cercando di raccogliere in poche tracce principali il percorso plurimillenario, e spesso assai disperso in sentieri secondari, che ha condotto alla nascita ed affermazione, nella cultura umana, del computer e dei robot, quali prodotti del tentativo di riproduzione artificiale della mente umana. Compresa l'importanza e le condizioni di questa innovazione, solo allora sarà possibile cogliere appieno e prevedere i radicali mutamenti che stanno agendo, in misura sempre più rivoluzionaria, sul mondo del diritto e sociale.