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L'ordine giuridico moderno non è svuotato di presupposti e contenuti, essendo bensì 'forma complessa di forze plurali', di contenuti, di investimenti di senso non totalizzanti, di tensione verso ideali regolativi, verso la necessaria edificazione di limiti morali e giuridici alla barbarie (e insieme, alla necessità) del potere. La necessità di ragioni legittimanti il 'potere', anche di ragioni 'strettamente' giuridiche legate alla sua istituzionalizzazione, emerge tanto più forte nelle democrazie contemporanee: sia rispetto alla mediazione necessaria tra ordine sociale e autonomia individuale, sia rispetto alla centralità del valore, costituzionalizzato, della persona, sia rispetto all'azione comune (confronto, pluralismo, interazione, comunicazione) in un ambito, tutelato dalla Costituzione, dove l'agonismo non degeneri in antagonismo distruttivo di ogni ordine politico. Questa è la sfida permanente alle nostre democrazie costituzionali, che nessun irenismo e nessun puro proceduralismo considerati astrattamente dall'elemento concreto, politico, situato, incarnato nei principi costituzionali, potranno mai affrontare con speranza di successo.