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Non lo sappiamo, o forse lo sappiamo e non ci facciamo caso, ma tante parti del nostro corpo emettono segnali o lasciano tracce assolutamente particolari e individuali, che possono essere tradotti in un algoritmo da registrare su un data base per consentire l'identificazione con minor approssimazione di una carta d'identità, di una password, di un pin o di una smart card. La biometria è costituita dall'insieme di queste tecnologie che consentono di misurare e registrare le caratteristiche fisiche o comportamentali che rendono unico ciascuno di noi. Gli algoritmi del corpo renderanno la raccolta e la connessione delle informazioni più semplice, più sistematica e costante. Il problema è che si moltiplicheranno e semplificheranno anche i fenomeni di "profilatura". Attraverso il corpo sarà più facile definire un "profilo" dei gusti, delle abitudini, dell'affidabilità di ciascuno di noi. Per accedere a strutture e servizi dovremo cedere frammenti sempre più ampi della nostra identità. Siamo sicuri di non lasciare in qualche telecamera o in qualche file una parte della nostra libertà?