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Le poesie di questa raccolta si rivolgono prevalentemente a figure femminili senza nome. Un indefinito tu connette idealmente versi e raffigurazioni a una sensibilità neostilnovistica, del tutto inedita, in cui l'amata non è necessariamente reale, talvolta nemmeno conosciuta, secondo un caleidoscopio di esperienze che nelle parole di Pupi Avati sono "d'amore, di affetto, di riconoscenza, di nostalgia e speranza". In queste pagine trovano spazio anche personaggi fiabeschi, della letteratura classica e della mitologia, o "l'amore dai cento coltelli", indagato con ironia e passione in tutte le sue zone d'ombra, dal disincanto al disamore. La lingua di Ennio Cavalli, raffinata e diretta, ricca di riferimenti "rubati" al quotidiano e di incursioni prosastiche, colloca queste poesie su un piano umano e contemporaneo di notevole consistenza e risonanza. Un Amore manifesto che è anche Manifesto d'amore, progetto stilistico e visione d'insieme abitati, secondo Dacia Maraini, da uno "sguardo filosofico" volto a scandagliare le diverse declinazioni di ciò che resta oggi dell'amore. Con le Note di Dacia Maraini e Pupi Avati.