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Una famiglia allargata e privilegiata, la famiglia grande, in cui regna una libertà assoluta, fieri di appartenere a una generazione di intellettuali prima rivoluzionari e poi borghesi. È in questa famiglia atipica, che mescola gioie e sofferenze, vacanze al mare e indicibili segreti, che crescono Camille e il fratello gemello Victor. Il loro patrigno è Olivier Duhamel, politologo di fama mondiale, membro dell'élite accademica e politica progressista, che ha sposato la madre, una delle prime donne docenti di Scienze sociali e Diritto pubblico. Duhamel è considerato un luminare, amico dei potenti di Francia, ma dietro l'immagine pubblica specchiata si nasconde un orco insospettabile e subdolo. Una rivelazione tardiva, e quindi ancora più dirompente, frutto della presa di coscienza di una donna che, di fronte alla morte della madre, decide che deve riscattare la verità e liberarsi dal senso di colpa che la avvelena. Il racconto di una violenza reiterata per anni e perpetrata nel silenzio complice non solo della famiglia ma anche di un sistema di relazioni che per decenni ha garantito l'impunità a Duhamel. Quello di Camille Kouchner non è soltanto il racconto liberatorio di un segreto ritenuto finora inconfessabile, ma anche un atto di denuncia di una società e di un'epoca che hanno permesso tutto questo.