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Molti conflitti tra gli uomini dipendono da differenti descrizioni e spiegazioni delle nostre azioni. Nel momento in cui ci domandiamo perché per noi è ovvio pretendere verità anche per le asserzioni sulle azioni, emergono problemi di grande portata. Nonostante le riserve di carattere analitico-linguistico, i filosofi di ispirazione naturalistica tentano oggi di interpretare le azioni al pari degli altri fenomeni naturali: le descrizioni d'azione come le descrizioni scientifiche, le spiegazioni d'azione come le spiegazioni causali e le ragioni delle azioni come cause. In questo confronto critico con il naturalismo ci si propone di mostrare che la peculiarità delle azioni può essere compresa in modo adeguato solo facendo riferimento a colui che di volta in volta agisce e alle sue capacità intenzionali. C'è necessità di un'ontologia in cui ci sia posto anche per agenti concepiti come 'continuanti' che rimangono identici con se stessi.