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La figura del dono si è imposta negli ultimi anni come cifra essenziale della post-modernità. Pensatori come Husserl e Heidegger hanno preparato il terreno. Altri e più recenti protagonisti del dibattito filosofico (soprattutto J. Derrida e J.-L. Marion) hanno dedicato al dono libri fondamentali. Ma una teoria del dono, dopo il celebre saggio di Mauss, non può ignorare la relazione tra dono e legame. Come purtroppo, sinora e per lo più, è stato fatto. Questo libro affronta in modo diretto e deciso il senso della questione e propone una direzione di indagine nuova, attraverso una discussione serrata e illuminante delle tesi di Marion e di Derrida. Tanto l'onnipresenza della 'donazione' (Marion) quanto l'impossibilità del 'dono' (Derrida) vengono ponderate con cura e giudicate con equilibrio. Una insolita profondità di sguardo mette a nudo con implacabile rigore tutte le fragilità dei due pensatori francesi antagonisti e prepara l'affondo teorico finale che ne oltrepassa le rigide unilateralità mediante la tessitura del rapporto tra dono e legame come reciproco riconoscimento tra due (o più) soggettività in relazione. Il dono, in ultima istanza, si dice in questo libro, è sempre 'dono di noi stessi ad un altro come noi': è la piena realizzazione della struttura dell'umano come essere per altri. Tutte le forme di dono declinano la simbolica di questo gesto originario, ma non possono esserne che versioni 'ridotte'.