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Questo libro indaga, attraverso le parole e le immagini della poesia, il passaggio dalla città secolare del Parini alla "madre dei santi" di Manzoni. In altri termini, viene qui sviluppato uno studio sui due progetti di societas: il pariniano, basato esclusivamente sulle virtù cardinali (non c'è, infatti, il cielo sopra le opere di Parini) e il manzoniano, che integra e arricchisce il modello precedente con le peculiari virtù cristiane della fede, della speranza, della carità. I risultati proposti poggiano su una assidua lettura di testi, dai molto noti a quelli rimasti un po' in ombra, ma assai significativi. Si pensi, ad esempio, al cosiddetto 'libretto per gli artisti', un'operetta pariniana la quale prescrive complessi sistemi illustrativi ai pittori cui spetta il compito di decorare con allegorie morali le case signorili; e si aggiunga la querelle, qui definitivamente risolta, sviluppatasi intorno alle posizioni dell'autore illuminista e dell'autore romantico sui fatti della secentesca 'Colonna infame'. In sostanza si è voluto, con intenzione, indagare la poesia attraverso le profonde mutazioni antropologiche che intercorrono da Parini a Manzoni, da un mondo ormai vecchio a un mondo nuovo, di cui si è fatta visibilmente levatrice la rivoluzione francese. Il libro termina con un saggio sul "Dante" di Mario Apollonio: esso vale come dedica al maestro e come riconoscimento, a partire da lui, di una tradizione di studi.